mercoledì 23 ottobre 2013

Skyplex Hall Point| Roadhouse| 14.50


Registrazione vocale attiva.

Loading…


Non ho ancora recuperato un foglio e una pena.
Ad ogni modo oggi quel figlio di un cane di Hyena m’ha portato a fare una passeggiata al Roadhouse, che è un locale che sta sullo Skyplex. Si, quello in cui le noccioline sanno di culo e ho incontrato quel tizio che diceva di essere un soldato troppo giovane. Proprio quello.
E’ lì che m’è venuta incontro questa cosetta piccolina tutta preoccupata per una feritina al braccio. 
Si. Okay. Sanguinavo da un paio d’ore e iniziava a girarmi la testa, ma non credo fosse poi qualcosa di grave. Lei non è un medico, comunque. E nemmeno un’infermiera (non c’ha il culo da infermiera. E nemmeno la faccia), è una chimica. Però la fasciatura è venuta su bene e la terrò per un po’. E’ graziosa.
E’ strano come la vita di botto ti toglie tutto e di botto ti restituisce qualcosa di altrettanto prezioso, quasi per farsi perdonare. Un Karma strano, ecco. Perdo un’amica… o meglio, quella che credevo tale e me ne faccio subito un’altra.
Oddio, avrei preferito infilarmi nelle sue mutande, ad esser sincera, ma lei è innamorata di un certo Haggerty.
Dovrò incontrarlo, questo Haggerty. Ha un nome che non mi piace. Che mi puzza di marcio. E non potrei lasciare quell’esserino tra le grinfie di una persona marcia dentro, ormai è fatta. Quindi prima che lei faccia qualsiasi cosa di cui poi magari pentirsi, è mio dovere da amica vegliare su di lei.
Abbiamo fatto il patto dello sputo, come in quell’holofilm in cui poi uno dei due ragazzini muore.
Magari poi mi rifila un palo nel culo com’è successo con Chayo, che ne so? 
Però io a Chayo le ho restituito il suo coltellino. Le ho fatto guidare la mia macchina di lusso e l’ho fatta dormire sul mio divano. E lei niente. Io non rimpiango nulla, come sempre.
Devo andarci piano, stavolta. Magari è il divano che non va bene. Magari è quello che porta sfiga. Insomma, è una personcina simpatica anche se sospetto sia affetta da qualche nevrosi e di tanto in tanto blaterava qualcosa circa delle “palle al centro”, poco chiaro.

Insomma, si. Si chiama Zoe e ha una fissa per le palle, ma non è male, come inizio.

Nulla si crea, nulla si distrugge. E niente cambia. Nemmeno io, che in fondo a quella speranza c’ero aggrappata ancora con le unghie e con i denti.


Tre punti. Una linea. Tre punti.
Non deludermi anche tu.
Non deludere anche lei.

<Un ronzio. Poi, il silenzio>

Nessun commento:

Posta un commento